Dall'ego alla ricerca del DIVINO (prima parte)

di Andrea Corsini

(Giugno 2011 - Yoga Italia, num. 73)

Intervista ad Ananda Reddy direttore del Centro di Ricerche Sri Aurobindo di Pondicherry

Il dottor Ananda Reddy ha conseguito titoli universitari in letteratura inglese e filosofia alla Osmania University di Hiderabad. Ha insegnato filosofia indiana e occidentale alla Pondicherry University ed è stato professore associato al Dipartimento di etica e religioni alla Assumption Univerisity di Bangalore. Discepolo diretto di Mère, compagna di Aurobindo, tiene conferenze e seminari in tutto il mondo.

Nella sua conferenza ha tracciato un parallelo tra Assisi e Varanasi: cos'è che le accomuna?
Assisi è una cittá spirituale cosí come Varanasi. Non sono cittá adatte al turismo. Varanasi è una cittá molto bella, piena di gente, di vita. Assisi è piú raccolta, piú silenziosa, immersa in un paesaggio meraviglioso. Entrambe sono adatte alla ricerca spirituale, meno alla vacanza fine a se stessa.

Quale dovrebbe essere lo scopo dello yoga in generale?
Lo yoga è interpretato dalle diverse scuole in modi differenti. In sanscrito significa unitá. Secondo Patanjali, lo yoga è purificazione della mente. Altri lo vedono come unione con il divino e trasformazione della natura umana. Il significato predominante è rivelazione del divino e sua manifestazione. è inteso anche come liberazione, nirvana, via di salvezza e di trasformazione. Tutti gli yoga devono convergere a Dio e manifestarlo nella vita quotidiana. Lo yoga è anche fisico ma il corpo non è il suo scopo principale. Si arriva poi alla meditazione sempre con lo scopo di entrare in contatto con il divino.
A volte si medita per molti anni senza avere dei risultati che ci trasformano. Non dobbiamo perderci di coraggio ma continuare la nostra sadhana che prima o poi dará i suoi frutti. Dobbiamo mettere Dio come il nostro punto di arrivo, lo scopo della nostra pratica. La coscienza di Dio puó essere portata nelle nostre azioni piú semplici: bere un caffè, andare in chiesa, camminare in un parco. Tutta la vita è yoga nel senso che tutte le attivitá che facciamo possono essere considerate parte dello yoga. Per l'uomo ordinario, gli avvenimenti sono divisi in due categorie: quelli buoni e quelli cattivi o amari ed è propenso a credere che solo i primi facciano parte dello yoga.
Invece per l'uomo sulla via della ricerca interiore, tutti gli avvenimenti vengono offerti al divino ed è questo lo scopo dello yoga. In questa offerta costante tutte le nostre attivitá ordinarie possono diventare parte del divino.

Mi puó spiegare la differenza tra perfezione umana e perfezione divina?
Non è una domanda molto semplice. L'umana perfezione viene dalla perfezione del nostro ego e della nostra personalitá che si applica in differenti campi: filosofia, affari, attivitá artistiche. È possibile migliorare: un miglior lavoro, una casa piú bella, un'auto piú spaziosa e veloce, l'ultimo modello di computer. La base di questa perfezione esteriore è l' ego. Facciamo delle azioni con lo scopo di diventare ricco, famoso, approvato, ricercato dalla gente o almeno ci proviamo.
Quando, invece, si parla di perfezione divina, ci si muove al di fuori del campo egoico e si vuole raggiungere un piú alto livello di coscienza, si cerca di offrire tutto al divino per raggiungere il divino. Questa offerta diventa il centro della vita. Coscienza divina e coscienza individuale sono due fasi ben distinte di consapevolezza. Il paragone potrebbe essere quello tra isola e continente. Quando l'isola si unisce al continente, avviene il passaggio tra coscienza umana e coscienza divina, tra perfezione umana e perfezione divina. Le qualitá divine cominciano a manifestarsi nella nostra vita: compassione, amore, conoscenza, interdipendenza. L'amore è la qualitá divina principale: esso non puó essere spiegato e teorizzato ma puó essere solo sperimentato.
ú L'amore di Cristo sulla croce è un esempio di amore divino: nonostante la sofferenza, egli continua a offrire il suo amore a ogni uomo che vuole riconoscerlo.
Quando l'isola diventa parte del continente, acquisisce le qualitá del continente. Quando si raggiunge il divino, l'ego si dissolve lasciando la presa. Inizia allora il servizio o karma yoga e lo yoga integrale .
Un altro paragone è quello dell'onda che fa parte dell'oceano ma crede di essere separata.

A questo proposito, mi permetto di ricordare un famoso canto di Yogananda: lo sono onda rendimi mare
È questo lo scopo dello yoga cosiddetto integrale proposto da Aurobindo e da Mère.

Ha parlato di ego: come dobbiamo considerarlo quando siamo sulla via della ricerca spirituale? Solo un impedimento al nostro progresso?
L'ego è un aiuto e anche una parte di noi. Quindi non dobbiamo né disprezzarlo ne pensare di doverlo eliminare per poter procedere sul sentiero spirituale. All'inizio del percorso è, invece, utile svilupparlo. è come una piccola pianta che deve crescere e quindi ha bisogno di protezione. La pianta allora puó crescere e diventare grande e forte e dopo non ha piú bisogno di protezione. Similmente, il bambino deve far crescere il suo ego attraverso la protezione e gli insegnamenti dei genitori e degli insegnanti.
La sua personalitá deve strutturarsi e potersi esternare senza trovare ostacoli che potrebbero bloccarla o inibirla. Cosí facendo, diventa adulto e quindi forte interiormente. Da individuo adulto, quando la sua aspirazione lo porterá a ricercare il divino, dovrá, solo allora abbandonare l'ego e superare la spinta puramente egoica verso i soddisfacimenti materiali. Per l'uomo materiale, privo di questa spinta interiore verso il divino, l'ego rimarrá il suo unico aiuto e obiettivo. Per l'uomo spirituale, l'ego puó diventare uno strumento del divino che collabora con esso.
I mezzi per poter raggiungere questo scopo sono: aspirazione, purificazione, resa.

Mi permetto di aggiungere che nella nostra tradizione cattolica si dice che questa trasformazione giudicata da molti impossibile all'uomo diventa possibile con l'aiuto di Dio.
Si è proprio cosí.

(fine prima parte)

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